Al Teatro Elfo Puccini di Milano dal 15 febbraio La Tempesta di Shakespeare

Sala Shakespeare | 15 febbraio/6 marzo

 

La tempesta

di William Shakespeare

adattamento e regia Andrea De Rosa

 

con Umberto Orsini

Flavio Bonacci, Rino Cassano Francesco Feletti, Carmine Paternoster, Rolando Ravello

Enzo Salomone, Federica Sandrini Francesco Silvestri, Salvatore Striano

 

spazio scenico Alessandro Ciammarughi, Andrea De Rosa, Pasquale Mari

scene e costumi Alessandro Ciammarughi

luci Pasquale Mari

suono Hubert Westkemper

musica Giorgio Mellone

produzione Teatro Stabile di Napoli  Emilia Romagna Teatro Fondazione  Teatro Eliseo

 

Con alle spalle un percorso di studi e regie di testi tragici – soprattutto nelle riscritture di autori come Hofmannsthal (Elettra) e Schiller (Maria Stuart) – Andrea De Rosa ha affrontato per la prima volta il teatro di Shakespeare con questa Tempesta.

 

Insieme a Umberto Orsini, che interpreta il personaggio di Prospero, recitano Flavio Bonacci (Antonio), Rino Cassano (Ariel), Gino De Luca (Ferdinando), Francesco Feletti (Sebastiano), Carmine Paternoster (Marinaio), Rolando Ravello (Calibano), Enzo Salomone (Gonzalo), Federica Sandrini (Miranda), Francesco Silvestri (Alonzo), Salvatore Striano (Marinaio).

 

 

«Mentre altri colleghi, anche più giovani, restano uguali, ancorati a un'immagine eterna, lui non smette di cercare il nuovo, di osare. A 75 anni, aria severa, corpo dritto, asciutto, Umberto Orsini consuma tutta questa minacciosa energia con chi ha anche 40, 50 anni meno di lui, giovani artisti con cui – mission impossible – riesce a parlare, dialogare, a farsi ascoltare, a lavorare senza i ricatti dell'età. Attore di una generazione scomparsa e irripetibile, colto, appassionato di letteratura, lettore avido, anni fa si mise in gioco col teatro esagerato di Pippo Delbono, poi con Elio De Capitani, Mauro Avogadro…

E ora è insieme a un ventisettenne, il regista Andrea De Rosa, direttore del Teatro Stabile di Napoli, che Orsini si misura con il suo spettacolo più maturo, la Tempesta di Shakespeare, il suo primo vero classico anche se pieno di novità, che si aggiunge a una carriera strabiliante iniziata nel ' 57, da giovanotto bello e vincente e già dalla vetta, con la Compagnia dei Giovani, poi punteggiata da capolavori come Chi ha paura di Virginia Woolf? (1963), Old Times, L'Arialda, L'Uomo difficile, film come La dolce vita (1959), La caduta degli dei (1969), registi come Fellini, Visconti, Ronconi, Patroni Griffi, Pasolini, Lavia, Castri… «In cinquant'anni di carriera sono riuscito a evitare i classici – dice – perché ho preferito testi più particolari, Harwood, Bernhard, Schiller… Per come sono fatto fisicamente, poi, sono un attore borghese, perfetto per Miller, Morte di un commesso viaggiatore. A Prospero, il protagonista della Tempesta, avrei preferito volentieri Riccardo III che è più maschera. Mi ha convinto Andrea De Rosa, la sua chiave di lettura beckettiana e il fatto di non farne un Babbo Natale». (…)

È per questo che lavora con i giovani? «Lo trovo naturale. Non è restyling personale. Mi piace quello che fanno. A me piace il teatro di Delbono con cui tornerò a lavorare. Mi piace De Rosa con cui ho già fatto Molly Sweeney. Mi piacciono perché negli altri cerco quello che non so fare, quello che mi nutre, la squadra, l'alchimia».

Racconti questa Tempesta. «Abbiamo tagliato il testo. Ariel, lo spiritello, non vola. Calibano non è un mostro, ma il matto del paese con le mani sul pisello e il sorriso da angelo. C'è una bella compagnia. E poi è uno spettacolo incredibile, tra Fellini e un incubo alla Lynch». Cioè? «Prospero non è il mago con la bacchetta e la tempesta è una tempesta mentale: niente fulmini e mare agitato, ma uno spazio claustrale e pieno di incongruenze temporali. Prospero sono io, con su un pastrano, se vuole un intellettuale anche poco gradevole. Un uomo che guarda la vita e soprattutto la morte».

Dall’intervista di Anna Bandettini, la Repubblica, 28/10/2009

ELFO PUCCINI
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