PAPA FRANCESCO RICEVE QUALE DONO SPECIALE: SINDONE NERA, l’opera di Stefano Curto

L’arte di Stefano Curto entra ufficialmente nella Collezione Pontificia

E’ Sindone Nera l’opera destinata a Papa Francesco

quale dono speciale

La Sindone Nera, una suggestiva opera che porta la firma dell’artista veneto Stefano Curto, sarà donata a Papa Francesco mercoledì 4 dicembre 2013, nel corso dell’udienza papale.

Sarà l’artista stesso a consegnare ufficialmente il suo lavoro al Santo Padre il quale, successivamente, deciderà la collocazione finale del prezioso manufatto.

 

Il grande pannello di luce, realizzato con quasi 18.000 cristalli incastonati su plexiglas, e reduce dal successo della mostra personale di Londra Renewal of the Sacred, torna così alla ribalta, suscitando l’interesse di critici qualificati, amanti dell’arte e fedeli di tutte le credenze. La donazione dell’opera, resa possibile grazie anche al contributo di Veneto Banca, fortemente impegnata a sostenere progetti culturali di eccellenza, testimonia altresì la rinnovata attenzione della Santa Sede verso le più significative espressioni dell'arte contemporanea dopo la recente presenza del padiglione Vaticano all'ultima edizione della 55ma Biennale d’Arte di Venezia.

 

La scelta Pontificia e il significato dell’opera

Tutto inizia un anno fa quando un Monsignore veneto, per caso, nota il lavoro di Curto. Colpito dalle forti suggestioni e dalla grande spiritualità dell’opera raffigurante il volto di Cristo impresso sulla tela sacra, ha subito dato avvio a complesse procedure e severe valutazioni affinché l’opera entrasse nella considerazione dei responsabili delle collezioni di arte contemporanea del Vaticano. La Sindone Nera (200×150 cm) costituisce il vertice di una profonda ricerca personale e spirituale dell’artista. L’opera vede la sua genesi in India, paese che, con i suoi colori, la sua forza e la sua sofferenza ha ispirato numerose opere di Curto. “Un giorno, tra le tante divinità che animano la vita di queste popolazioni, ho scorto anche una piccolissima immagine di Gesù” – spiega l’artista veneto – “Quella visione mi ha scosso perché in qualche modo ne ho sentito l’appartenenza. Anche lui, quel Dio, era lì a proteggere tra i tanti”. Affiora così, improvvisa e impetuosa, in Curto la percezione di una sorta di responsabilità, la necessità di creare un’opera capace di restituire la potenza di quell’immagine e la sua forza immensa; un’opera che racchiuda in sé il mistero e il timore di Dio. Ecco allora quel viso in bianco su sfondo nero a raffigurare la speranza di resurrezione nel buio della morte. “Ho voluto dare all’opera una dimensione imponente” – prosegue Curto – “per perdersi nella sua grandezza e poi frammentarla con quelle pietre rettangolari che la rendono ancora più attuale e misteriosa”.

 

Il lavoro di Stefano Curto

La Sindone Nera sintetizza i temi centrali della ricerca artistica di Curto che trovano esito in grandi pannelli di plexiglas incastonati da migliaia di cristalli che l’artista utilizza per raccontare le mille storie del proprio vissuto; creazioni che, come in una sorta di caleidoscopio dell'anima, catturano anche il più debole raggio di luce per poi frammentarlo, colorarlo e restituirlo trasformato rivelando i bagliori dell’infinito. L’esperienza artistica di

Stefano, viaggiatore solitario animato dal desiderio di sperimentazione e di conoscenza, è incentrata sulla sua incessante esigenza di una conoscenza ultima, che anelai territori della bellezza vista anche come purificazione dell’anima. La ricerca della verità e dell’armonia, libera dagli schemi generati dall’uomo, si mescola all’uso di colori simbolici – come l’oro, il nero e il rosso – o al concetto di circolarità che, raffigurato da una forma a spirale, per Curto esprime la continuità fra la dimensione umana e quella cosmica, di cui egli si sente figlio. “L’universo immaginifico che rappresenta Stefano Curto” – scrive il critico e curatore Stefano Cecchetto – “vive dentro una perenne metamorfosi, e si perpetua nel flusso di una rigenerazione continua; quel fiume obliquo di luce, dove tutte le apparenze cambiano e si dissolvono, dove tutte le figure si trasferiscono una dentro l’altra, per rinascere finalmente come figura nuova; (…) rivelano la geografia di quel luogo dove noi tutti continuiamo a perderci e a ritrovarci per poi perderci di nuovo”.

 

Il progetto umanitario

Per celebrare la valenza spirituale, oltre a quella artistica, di questa importante occasione, Stefano Curto ha deciso di sostenere con una donazione il Centro ospedaliero Ntongo Etani Santa Bertilla, nella provincia orientale della Repubblica democratica del Congo, progetto umanitario sostenuto dalla Diocesi di Bondo – Caritas Sviluppo Bondo, dalla Diocesi di Treviso – Caritas Tarvisina e dall’azienda ospedaliera  ULSS 9 Treviso. Nato nel 1997 come ambulatorio sanitario parastatale gestito dalla Diocesi di Bondo, e con l’obiettivo di elevare il livello socio-sanitario della popolazione locale, il Centro “Ntongo Etani” è oggi un centro ospedaliero a tutti gli effetti con un totale di 32 posti letto. (www.webdiocesi.chiesacattolica.it)

 

Guarda il video di

YouTube sarà a pagamento?www.youtube.com/watch?v=Ki8gvQ6t6sM

Didascalia: Stefano Curto, Sindone Nera, 200×150 cm, 17.843 cristalli su on plexiglas

 

 

 

Contatti

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www.stefanocurto.com

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