PINACOTECA CANTONALE GIOVANNI ZÜST
Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera
Dal 20 settembre 2009 al 10 gennaio 2010
Riemerge, dopo essere rimasta celata per ben 75 anni, la spettacolare collezione d’arte di Riccardo Molo, uomo d’affari di origine ticinese, attivo a cavallo tra Ottocento e Novecento tra Ticino, Berlino, Rio de la Plata, in Argentina, e soprattutto in Italia. E assolutamente italiana è la grande raccolta d’arte che Riccardo Molo riuscì a mettere insieme nella sua bella villa di Balerna, nel corso degli anni Venti: Previati, Mosè Bianchi, Segantini, Delleani, Cabianca, Pasini, Fattori, Delbono. in un progetto, tipico dei quegli anni, di raccolta dei vertici di ogni singola “scuola regionale”. Dal 20 settembre al 10 gennaio, il fior fiore di questa collezione, sino ad oggi occultata, verrà esposto alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate nella mostra “Da Fattori a Previati: una raccolta ritrovata”. In ricordo della permanenza di Riccardo Molo in terra ligure, dove avevano sede alcune delle sue attività, e in sintonia con il tema del collezionismo d’arte che connota da vicino il polo museale di Genova Nervi, l’esposizione sarà poi riproposta (dal 6 marzo al 6 giugno 2010) proprio alla Galleria d’arte Moderna di Genova Nervi, dove le opere acquisite dal Molo troveranno nel patrimonio del vicino museo delle Raccolte Frugone un’ideale prosecuzione e un interessante momento di confronto. La passione di Molo per la pittura dell’Ottocento italiano era espressione della generale riscoperta che negli anni Venti si avviò sui Macchiaioli e, in generale, sulla pittura del secolo precedente. Pittura che era disponibile sul mercato a causa della dispersione post bellica di molte collezioni private. Riccardo Molo effettuò numerosi tra i suoi acquisti d’arte a Milano, innanzitutto presso la Galleria Pesaro tra il 1926 e il 1928 in occasione delle due vendite all’asta della importante raccolta formata dall’industriale Giuseppe Chierichetti, contraddistinta dalla presenza al suo interno di artisti di spicco del secondo Ottocento italiano, con un approfondimento non scontato e proiettato “in avanti” nei confronti del Liberty e del Secessionismo e addirittura del Novecento italiano. Anche le frequenti e incalzanti vendite indette dalla Galleria Geri videro la presenza di Riccardo Molo tra i compratori. In ottemperanza al già citato influsso culturale del suo tempo, l’imprenditore ticinese scelse di conferire alla propria raccolta una fisionomia “nazionale”, ripartita attraverso lo schema storiografico e critico delle scuole regionalistiche. Con attento equilibrio cercò pertanto di assicurarsi dipinti di artisti lombardi (Mosè Bianchi, Pietro Bouvier, Gaetano Previati, Giovanni Segantini), piemontesi (Lorenzo Delleani), veneti (Vincenzo Cabianca, Pietro Fragiacomo, Marius Pictor), emiliani (Giovanni Muzzioli, Alberto Pasini), toscani (Tito Conti, Giovanni Fattori, Ruggero Panerai), napoletani (Edoardo Dalbono) estendendosi anche alla Francia, sia pur limitatamente al settore della grafica. Approfittando dell’immissione sul mercato di un ingente numero di opere di Gaetano Previati seguito alla morte di Alberto Grubicy e alla liquidazione della sua celebre galleria d’arte, Molo acquistò anche alcuni importanti dipinti del maestro divisionista, tra cui una versione preliminare di Maternità (1891), opera cardine nel percorso dell’artista. Il collezionista stabilì inoltre una sorta di rapporto mecenatistico con Guido Gonzato, giovane pittore originario di Verona trasferitosi nel Canton Ticino: ne acquistò infatti un nucleo scelto di tele e, forse su sua indicazione, aggiunse alla raccolta una grande tela d’impronta novecentista di Pier Angelo Stefani, noto caposcuola vicentino. Dopo la scomparsa di Riccardo Molo, avvenuta nel 1934, i dipinti appartenenti alla collezione non sono più stati oggetto di studio e conoscenza pubblica fino ad oggi. Oltre alle quattro opere di Previati, tra le più importanti spiccano Donna con calice di Bianchi, La lezione di recitazione di Cabianca, la coppia di Teste di Delleani, La diligenza a Sesto di Fattori, All’abbeveratoio di Fragiacomo, La casa di Satana a Venezia di Marius Pictor, Porta di un bazar del Cairo di Pasini. Si tratta di opere fin qui considerate disperse, quando non sconosciute del tutto, che contribuiscono a completare il catalogo dei rispettivi artisti e ad approfondire la conoscenza della pittura dell’Ottocento e le vicende del suo collezionismo tra il Ticino e l’Italia. La rassegna, curata da Sergio Rebora con la collaborazione di Paolo Plebani, presenta una selezione di circa cinquanta dipinti e sculture appartenenti alla collezione, identificati con l’intento di offrire una campionatura esemplare della fisionomia della raccolta e del gusto di Riccardo Molo sullo sfondo del fenomeno generale del collezionismo del tempo. Sono state privilegiate pertanto le opere maggiormente significative, attuando nel contempo due approfondimenti che rispecchiano altrettanti aspetti rilevanti nella raccolta. La presenza di un piccolo nucleo di dipinti di Previati è stata infatti rafforzata accostandone altri, di provenienza diversa, in grado di ampliare lo spettro della conoscenza dell’artista, come nel caso di Maternità, di cui si intende, come in un dossier, ricostruire l’iter esecutivo attraverso la versione della Galleria d’Arte Moderna di Milano e la tela finale della Banca Popolare di Novara. Anche a Gonzato è stato riservato maggiore spazio, giustificato dall’affondo monografico già attuato da Riccardo Molo nella costituzione della raccolta. Il catalogo illustrato, che accompagna la rassegna e che comprende testi dei curatori e ampie schede delle opere esposte, è edito da Silvana Editoriale.
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