Per la sua prima mostra in uno spazio museale, ZimmerFrei presenta un gruppo di opere
appositamente realizzate per il MAMbo e una selezione di lavori che testimoniano la multiforme
attività del gruppo formato nel 2000 da Massimo Carozzi, Anna de Manincor e Anna Rispoli.
Video, installazioni, ambienti sonori, fotografie, dispositivi ottici e luminosi compongono le tappe
di un’esplorazione del paesaggio naturale, della città – dai centri storici alle periferie – e
dell’universo sociale contemporaneo in cui vengono individuati di volta in volta luoghi, immagini
, narrazioni, tonalità emotive inattese. ZimmerFrei si immerge nel presente per portarne in luce
la complessità, le zone d’ombra, le stratificazioni di tempi e spazi, le storie e la potenza simbolica
che lo abitano. La mostra è annunciata all’esterno da un’insegna al neon che gioca sul nome del
gruppo (“stanze libere” in tedesco): un invito alla scoperta, grazie a uno spioncino che consente
agli spettatori di sbirciare dentro il museo. All’ingresso, quattro monitor trasmettono altrettanti
video della serie Panorama: Roma, Bologna, Atene, Harburg, sono le città di cui le immagini
ci offrono una visione inconsueta e suggestiva, grazie al particolare metodo di ripresa time-lapse
col quale è possibile “comprimere” in pochi minuti un’intera giornata. Nell’ambiente centrale, baricentro
della mostra, è sospesa una grande rete, Radura, un dispositivo che trattiene nelle sue maglie
un paesaggio immaginario e crea un envinronment sonoro in cui allacciare sensazioni e pensieri.
Il percorso prosegue con alcuni lavori fotografici, tra cui due gruppi di immagini che i visitatori
possono disporre in sequenza libera: il primo (Tomorrow is the question ) è stato realizzato a
Coney Island, spiaggia di Brooklyn, all’estremo sud di New York, di fronte alle architetture
fantastiche di un vecchio Luna Park; il secondo (I giorni del cane) nell’estrema periferia di Roma,
dove pastori e pecore diventano simboli di un’impossibile accordo tra un tempo arcaico e un degradato
presente. Nella proiezione del film documentario LKN Confidential si compone l’inedito ritratto di una
strada di Bruxelles, rue de Laeken, in cui si intrecciano le diverse vicende di chi ci lavora e dei suoi
frequentatori: la città è vista qui come uno scenario crudele e meraviglioso, dove ogni incontro diventa
una rivelazione. Una misura più cruda della realtà contemporanea trapela invece dal registratore a bobine
di Senza titolo (di un dio minore), un’intercettazione telefonica che si trasforma nella radiografia di una
relazione di potere. In questi e negli altri lavori esposti (tra cui il visore stereoscopico What we do is
secret e la grande fotografia double face montata su un carrello Fino all’orlo colmi di figure)
ZimmerFrei ci invita a prendere coscienza della natura labirintica della realtà che ci circonda, delle sue
contraddizioni come pure della ricchezza inesplorata che vi è nascosta. Oggi, ci dicono gli artisti, è più
che mai necessario leggere il mondo “contropelo”, attraversarlo con uno sguardo vigile ed esigente,
pronti a cogliere i sintomi più sfuggenti, le piccole epifanie quotidiane nelle quali si rinnova la nostra comune appartenenza al presente. Tre momenti aperti al pubblico accompagnano la mostra di ZimmerFrei
e avranno luogo a giugno, luglio e agosto. Il primo sarà una tavola rotonda con gli artisti, il curatore
Stefano Chiodi e un ospite internazionale d’eccezione: Robert Storr (curatore, critico d’arte e artista).
Il secondo appuntamento vedrà un’apertura notturna della mostra all’insegna del racconto e dell’ascolto
di musica contemporanea elettroacustica in collaborazione con i musicisti di Sant’Andrea degli
Amplificatori . Ad agosto, a conclusione della mostra, sarà la volta di una serata di milonga
organizzata in collaborazione con Flora Benedetti negli spazi espositivi. Il Dipartimento educativo
MAMbo, in collaborazione con ZimmerFrei proporrà visite, attività e laboratori per il pubblico per
l’intero periodo di apertura. La mostra è accompagnata da un catalogo Edizioni MAMbo con testi
di Stefano Chiodi, Bruno Di Marino e un’intervista agli artisti di Francesco Tenaglia.
MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna
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