Gli amici del Ristorante Revel
Via G. Thaon di Revel, 3 – 20159 Milano – Scalo d'Isola
in compagnia di Luigi Olivetti in uno Scalo Straordinario
del volo ideale sul Mediterraneo
Mercoledì 16 maggio 2012 – ore 20.30
(Richiesta la prenotazione: 335-5300924/ 02-683185 – olga.karasso@libero.it)
per una Serata speciale dedicata a
P A N T E L L E R I A
Selvaggia Superba Figlia del Vento
I s o l a a i c o n f i n i
Un’isola da cui si vuole fuggire o non partire più,
altro non può essere che l’omerica Ogigia,
isola che sempre ti avvolge col suo fascino antico,
luogo lontano che sempre ti sfugge, dove il ritmo
dell’uomo moderno si confonde e, forse, si perde.
Un’isola di confine, misteriosa nella preistoria con i suoi monumenti funebri detti “Sesi”, poi opulenta città-stato fenicia con l’alta acropoli di marmi abbaglianti, con la potente flotta ed il riparato porto a forma di “tau”, isola di commerci dove il greco con altre genti si mischiava, crocevia di culture mediterranee, giano bifronte tra due mondi, l’arabo-fenicio e il greco-latino, poi diventata romana, bizantina, araba, normanna, angioina, genovese, spagnola…
Isola sempre contesa e distrutta e, come una fenice, sempre rinata dalle sue ceneri; luogo di molti idiomi e culture, con le sue borgate dai nomi arabi, con i suoi sparsi “dammusi”, fortini di pietra per nascondersi e proteggersi dalle scorrerie e dai saccheggi, dal vento e dal sangue.
Pantelleria, la “Pantelaream” latina, archetipo dell’isola così come l’abbiamo immaginata nell’infanzia; solitario ombelico del mare dove l’energia è intensa, dove l’orrido e il sublime convivono, luogo dei lenti orologi e dei rapidi tramonti.
L’isola oggi è chiamata “piccola Italia”, perché qui ci sono la ripida montagna boscosa e il mare, la verde pianura e il lago, l’arida roccia e i dolci declivi, le valli e le colline-cùddie, i faraglioni e le buie grotte marine.
Luogo un tempo inarrivabile, dove il mare è tremendo e dolce, luogo di naufragi tra coltelli di lava; magnetico cuore di vulcano, isola del nero e del verde tra azzurre vertigini di luce.
Musa cantata da chi vi è nato e dai molti scrittori giunti da lontano, isola-confine dove la grecità d’Europa s’esaurisce lambendo il mediterraneo levantino degli intravisti deserti africani. Isola di miseria e lotta, di generosità e fatalismo dove, se il bello è da cercarsi nell’incontro degli opposti, qui è la pura bellezza per eccellenza, tra silenzi assoluti e oscurità totali, dove il primordiale si scontra con il decadimento dell’Europa, dove le sue due anime antiche fanno forse intravvedere una possibile rinascenza, attraverso la riscoperta della vera anima del mondo.
M e n u
Antipasto
Pani Cunzatu
Primo
Ravioli alla Pantesca
Secondo
Pesce Spada alla Stimpirata con Caponata Pantesca
Dessert
Cannolo alla Ricotta e Canditi
Vino – Caffè – Amaro
Conversando con Luigi Olivetti e Luca Spinelli
di Storia Antica e Miti e Scrittori/Poeti