Epatite C: risultati di Fase III mostrano che il farmaco sperimentale di Boehringer Ingelheim faldaprevir* è altamente efficace in un’ampia popolazione di pazienti con infezione da HCV di genotipo 1

·       I risultati del programma di studi di Fase III STARTVerso™ mostrano l’efficacia di faldaprevir* in popolazioni di pazienti difficili da trattare, quali ad esempio i co-infetti con HIV ed epatopatia avanzata

·       L’84% dei pazienti ha ottenuto benefici con una durata ridotta di  trattamento  (STARTVerso™1 e 2)1

·       L’inibitore di proteasi di seconda generazione faldaprevir* viene studiato in terapia d’associazione con o senza interferone

 

Boehringer Ingelheim ha annunciato oggi nuovi risultati del suo programma  di studi clinici di Fase III STARTVerso™ , che valuta faldaprevir* in associazione a interferone peghilato e ribavirina (PegIFN/RBV). Questo programma di studi ha incluso pazienti con epatite C di genotipo 1, naïve al trattamento (STARTVerso™1 e 2),1 experienced (STARTVerso™3)2 e co-infetti con HIV (STARTVerso™4)3 . I risultati di questi e di ulteriori studi sono stati presentati al 64° Congresso Annuale dell’Associazione Americana per lo Studio sulle Malattie del Fegato (AASLD), The Liver Meeting®, che si è tenuto dall’1 al 5 novembre 2013 a Washington, D.C.

 

Negli studi STARTVerso™1 e 2, l’84% dei pazienti, naïve al trattamento, in trattamento con faldaprevir*, hanno potuto ridurre la durata totale della terapia da 48 a 24 settimane; l’83% di questi pazienti ha raggiunto la risposta virologica (SVR12^).1 Complessivamente, la SVR12 è stata ottenuta dal 73% e dal 72% dei pazienti in trattamento rispettivamente con faldaprevir* 120mg e 240mg.1 I risultati preliminari di STARTVerso™4 mostrano che nel 74% dei pazienti con epatite C, co-infetti con HIV, trattati con faldaprevir* il virus non era rilevabile (SVR4), dopo 4 settimane dalla conclusione della terapia. Si tratta di una percentuale di risposta simile a quella riscontrata nei pazienti con la sola infezione da HCV.3 Inoltre, in quei pazienti in cui è difficile ottenere la risposta virologica, poiché precedentemente trattati con altri farmaci  e recidivati al virus dell’epatite C (STARTVerso™3), il 70% ha ottenuto  una  risposta virologica.2 Nello stesso studio, i pazienti che avevano avuto una risposta parziale, e quelli che non hanno avuto alcuna risposta a precedenti terapie, hanno ottenuto rispettivamente il 58% e il 33%2 di risposta virologica. I risultati completi di  STARTVerso™ sono riportati nelle note per i giornalisti.

 

“Questi dati sono incoraggianti e avvalorano i benefici d’efficacia che faldaprevir* può apportare ai pazienti con epatite C di genotipo 1” – ha dichiarato Ira Jacobson, M.D., Primario della Divisione di Gastroenterologia ed Epatologia del Weill Cornell Medical College di New York – “L’ampio spettro di pazienti studiati in STARTVerso™ e il fatto che pochissimi abbiamo interrotto la terapia per eventi avversi, fanno sì che i medici abbiano fiducia in faldaprevir* come farmaco di grande interesse, che si può aggiungere alle terapie oggi disponibili per il trattamento dell’epatite C”.

 

Il programma di studi STARTVerso™ ha arruolato oltre 2.200 pazienti, compresi quelli con tipi di virus dell’epatite C difficili da trattare:

·         Oltre 300 pazienti co-infetti con HIV;3 questi pazienti presentano livelli più elevati del  virus nel sangue e possono essere più difficili da trattare5

·         677 pazienti erano già stati sottoposti ad altre terapie per l’epatite C, ma non avevano raggiunto la risposta virologica2

·         Il 40% dei pazienti in STARTVerso™3 avevano un’epatopatia avanzata  (F3 fibrosi)2

·         Il 59% dei pazienti in STARTVerso™1 e 2 presentava genotipo non-CC dell’Interleuchina 28B (IL28B);1 in studi precedenti questi pazienti hanno mostrato una minor probabilità di raggiungere la risposta virologica6

 

“I risultati dei trial STARTVerso™ sono particolarmente promettenti, considerando l’ampia tipologia di pazienti arruolati e le percentuali di successo nei pazienti co-infetti con HIV, analoghe a quelle  riscontrate nei soggetti con sola infezione da virus HCV. Questi dati  saranno la base del dossier registrativo” – ha affermato il Professor Klaus Dugi, Senior Vice President Medicine di Boehringer Ingelheim – “Faldaprevir* può offrire ai pazienti un’opzione terapeutica semplice e agevole, grazie alla monosomministrazione giornaliera e all’assenza di limitazioni alimentari. Faldaprevir* è un farmaco fondamentale nella nostra pipeline nell’ambito dell’epatite C e siamo in attesa  di presentare i risultati del programma di studi Fase III HCVerso®, con un regime terapeutico senza interferone, che saranno disponibili nel 2014”.

 

Nel regime terapeutico con interferone, i vantaggi di faldaprevir* rispetto agli inibitori di proteasi di prima generazione comprendono: minori reazioni cutanee, minori eventi gastrointestinali e nessuna anemia aggiuntiva. Nel programma di studi clinici STARTVerso™ gli eventi avversi sono stati in genere lievi e ben gestibili. Tra gli eventi avversi più comuni si sono avuti: ittero dovuto al temporaneo innalzamento dei valori della bilirubina (iperbilirubinemia non coniugata), nausea, spossatezza, diarrea, cefalea, anemia e rash. Il 95% dei pazienti ha terminato il trattamento con faldaprevir

ULTERIORI PRESENTAZIONI AL CONGRESSO

Faldaprevir* in ulteriori contesti clinici

Al Congresso sono presentati ulteriori studi che si aggiungono alle significative evidenze a favore di faldaprevir*. Tra questi, studi di valutazione delle interazioni farmacologiche in pazienti che assumono contraccettivi orali e farmaci comunemente impiegati per trattare le dipendenze, e studi di valutazione di faldaprevir* in pazienti con compromissione renale.

 

Faldaprevir* nell’ambito di un regime terapeutico senza interferone

 

Boehringer Ingelheim ha annunciato ulteriori dati relativi allo studio in collaborazione con Presidio Pharmaceuticals. Si tratta di uno studio di Fase II tuttora in corso, che valuta il regime che associa faldaprevir*deleobuvir* e PPI-668 (con o senza ribavirina) in pazienti con epatite C di genotipo 1a  presentato come late breaker.

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