Teatro Carcano Aspettando Godot di Beckett

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ASPETTANDO GODOT

di:
Samuel Beckett
regia:
Maurizio Scaparro
interpreti principali:
Antonio Salines (Estragone)
Luciano Virgilio (Vladimiro)
Edoardo Siravo (Pozzo)
Enrico Bonavera (Lucky)

e con

Michele Degirolamo, nel ruolo del Ragazzo

scene di Francesco Bottai
costumi di Lorenzo Cutùli

traduzione di Carlo Fruttero

Produzione Compagnia Teatro Carcano

in scena dal 12 al 23 novembre 2014

Protagonista della nuova produzione 2014-2015 del Teatro Carcano un formidabile quartetto di attori di grande valore e temperamento formato da Antonio Salines (Estragone), Luciano Virgilio (Vladimiro),Edoardo Siravo (Pozzo), Enrico Bonavera (Lucky). Accanto a loro Michele Degirolamo nel ruolo del Ragazzo.

La regia è affidata a Maurizio Scaparro, uno dei maestri della scena italiana e internazionale, alla sua seconda collaborazione con il Teatro Carcano dopo l’eccezionale exploit della Coscienza di Zeno della stagione 2012-2013 e alla sua prima messinscena beckettiana.

Dopo l’anteprima a Legnago il 9 e 10 novembre e le successive recite in sede, lo spettacolo affronterà una tournée che da gennaio a marzo 2015 toccherà le piazze di Trento, Mirandola, Monza, Scandiano, Vignola, Catania.

“Sento la responsabilità, il peso e l’emozione di mettere in scena per la prima volta un testo di Samuel Beckett e in particolare Aspettando Godot. Questo testo, che rileggo oggi, dico oggi “2000”, mi colpisce anzitutto per le sue radici collegate alla millenaria e senza confini Cultura Europea, che noi stiamo colpevolmente dimenticando.

Beckett è certamente tra i primi nel Novecento a intuire che, nel mondo attuale, lo spazio per la tragedia si è fatto minimo, entra di nascosto, quasi sotto il velo del gioco, usa toni leggeri e punta talvolta anche al riso.

Mi piace ricordare che per più di cinquanta anni Beckett aveva vissuto nel quartiere operaio di Montparnasse (e dal ’40 al ’45 ha avuto un ruolo attivo nella resistenza francese). I suoi compagni d’avventura in quel periodo erano stati, tra gli altri, anzitutto James Joyce, (l’ironia del linguaggio di Beckett nasce anche da questo incontro), Giacometti e Buster Keaton.

Nicola Chiaromonte notava che il fascino dei due atti di Beckett sta nella precisione con cui sono unite due situazioni ugualmente familiari per l’Homo Europeus: la difficoltà di credere nella sensatezza dei gesti quotidiani e la parallela difficoltà di credere nell’avvenire collettivo, “lo sconforto di Didi e Gogo è contagioso, ognuno se ne difenda come può, ma non si dimentichi che comunque è anche un gioco” anche nel senso teatrale di jouer.

Così quelle creature deboli e immortali come Estragone e Vladimiro (e come Pozzo e Lucky), vivono in una terra desolata aspettando Godot, che non arriverà mai, vivono in un lontano e vicino (a loro e a noi) ‘900 nel ricordo romantico di una Tour Eiffel che resiste come immagine e nell’aridità di un presente che esclude loro e quelli che vorrebbero cantare, ballare, parlare, vivere. Beckett ce lo ricorda (capita qualche volta per i grandi classici) e lo fa con profonda drammaticità e spesso con sorprendente ironia.

Mi conforta di avere avuto in palcoscenico attori che stimo profondamente come Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo ed Enrico Bonavera, ma vorrei anche, alla fine delle prove, poter idealmente dedicare questa nostra fatica all’Europa della Cultura, la grande dimenticata dell’Europa che viviamo; e a quelle parole che Beckett sussurra quasi per caso come teatrovarietà, circo.”

Perchè vederlo?

Aspettando Godot è anche una commedia (e riuscitissima) che sfrutta a fondo tutte le risorse del genere – il doppio senso, il qui pro quo, la gag farsesca – e in quanto tale è pure un gioiello del divertimento.

Info su

http://www.teatrocarcano.com/