Musica (e birra) belga per la quinta tappa di Around the World
LaVerdi in viaggio verso l’Europa occidentale, alla scoperta delle sonorità di un Paese ricco di contraddizioni.
«Eendracht maakt macht», l’unione fa la forza: così proclama lo stemma leonino sulla bandiera del Paese divenuto la culla d’Europa. E laVerdi lo celebra con il 5° appuntamento della rassegna Around the World. Lunedì 20 luglio (ore 20.30), all’Auditorium di Milano in largo Mahler, l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, diretta da Francesco Maria Colombo, prosegue il suo viaggio musicale attorno al mondo con un programma interamente dedicato ai grandi compositori belgi, a cavallo tra ‘800 e ‘900.
Guest star di questa speciale occasione il violinista Lorenzo Gatto.
In programma: Franck (Psyché et Eros FWV 47), Vieuxtemps (Fantasia appassionata op.35 per violino e orchestra), E. Ysaÿe (Chant d’hiver in Si minore op.15 per violino e orchestra), Lekeu (Deuxième étude symphonique – Hamlet).
Le sorprese della serata non finiscono qui. Il concerto, patrocinato dall’Ambasciata del Belgio a Roma, sarà anticipato (a partire dalle ore 19.00 nel foyer del bar dell’Auditorium) dalla degustazione gratuita, insieme ai beer expert Grimbergen, delle birre provenienti dall’omonima abbazia dalla lunga e appassionante storia lunga. Non solo: oltre alle birre, saranno proposte in degustazione alcune praline della tradizione artigianale del maestro cioccolatiere Jean Neuhaus, per rivivere il sapore e l’atmosfera dell’antica cioccolateria belga dal 1857.
(Biglietti euro 15,00/9,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; biglietteria via Clerici 3 (Cordusio), orari apertura: lun – ven ore 10.00 – 19.00, sab ore 14.00 – 19.00, tel. 02.83389.334; on line www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).
Introduzione al programma, brano per brano, di Enzo Beacco
Ci sono due momenti magici nella tormentata storia musicale (ma soprattutto politica) del Belgio. Il primo sta fra Medioevo e Rinascimento, quando la scuola franco-borgognona di quel territorio ci regalò i maestri della polifonica vocale, da Guillaume Dufay a Orlando di Lasso, passando da Johannes Ockeghem, Josquin Desprez, Adriano Willaert. Conflitti religiosi e occupazioni militari disperdono un patrimonio secolare. L’egemonia francese a meridione e quella olandese a settentrione, con il rischio sempre incombente sulla frontiera orientale tedesca impediscono quell’unità di lingua e di sentire nazionale che sempre stanno alla base di una cultura diffusa. L’unificazione avviene nel 1830, ma le differenze di radici permangono. C’è però un secondo momento magico, nel pieno romanticismo, quando il violinismo belga illumina Parigi, anche se pochi lo sanno. Infatti, è spesso considerato francese César Franck, che per quasi mezzo secolo vive e lavora a Parigi, come organista a St. Chlotilde e insegnante di conservatorio, autore della mitica Sonata per violino e pianoforte che (forse) Proust sceglie a modello per la Petite phrase che apre la Ricerca del tempo perduto. Invece Franck è belga, per nascita e formazione al conservatorio di Liegi. Forse per questo ama tanto anche l’intensità espressiva del tedesco Wagner che tenta sempre di alloggiare in classici contenitori francesi. Come belga (di Verviers, presso Liegi) è Henri Vieuxtemps, uno dei massimi concertisti di violino nell’Europa del dopo Paganini, ammiratissimo in Russia, pioniere della musica classica in America, autore in proprio di tanta musica di vario genere per il suo strumento, compresi ben sette concerti che rivaleggiano con quelli dei maggiori romantici. A Vieuxtemps si deve la nascita della rinomata scuola violinistica belga, che storicamente ha il suo campione in Eugène Ysaÿe, altro virtuoso famoso a cavallo fra Ottocento e Novecento, autore di una sestina di sonate per violino solo che tuttora stanno nel repertorio dei maggiori violinisti. Chiude la rassegna dei compositori belgi Guillaume Lekeu, pure nativo dell’area di Verbiers e trapiantato a Parigi, precoce talento di compositore, allievo di mostri sacri come Franck e d’Indy. La prematura scomparsa a soli 24 anni non gli impedisce di scrivere musica di gran valore, sinfonica e da camera, compresa una sonata chiesta dal connazionale Ysaÿe e che così bene rappresenta il romanticismo francese alle soglie del l’impressionismo.
La rassegna, di Francesco Maria Colombo
Expo 2015 fa di Milano il crocevia di tutte le culture mondiali: ciascuna con la sua individualità e con il desiderio di trovare una lingua comune che renda possibile l’incontro e lo scambio. Questo linguaggio universale è la musica: la musica in una precisa fase della sua evoluzione, dall’inizio dell’Ottocento a oggi, in cui il lessico usato in tutto il mondo ha rappresentato una base d’intesa.
Le musiche composte in Messico e in Francia nel 1920, per fare un esempio, sono molto diverse fra di loro: ma sono scritte usando lo stesso vocabolario.
La rassegna Around the World – in programma all’Auditorium di Milano dal 13 giugno al 24 ottobre 2015, progettata appositamente per l’esposizione universale – ha questo fine: mostrare come la musica delle culture più lontane abbia una base comune, che renda tutti gli autori presentati “comprensibili” e capaci di coinvolgere la nostra intelligenza e il nostro cuore. E al tempo stesso abbia un’infinita capacità di metamorfosi, un’infinita gamma di colori associata al tema delle Nazioni.
Si danza in Brasile e in Ungheria: ma si danza su musiche diverse, con movenze diverse, con ritmi diversi, con significati diversi. Perché una determinata danza è brasiliana e un’altra è ungherese? Attraverso questo ciclo lo scopriremo.
Quattordici Nazioni, più di cinquanta partiture per altrettanti compositori, un repertorio che include brani famosissimi come l’Ouverture del Guglielmo Tell di Rossini e sconosciutissimi come l’Inno a Venere di Magnard. La musica si alterna alla narrazione, all’analisi live con l’orchestra, agli esempi tratti dalle altre arti, ai confronti, alle similitudini e alle differenze. Il denominatore comune è la qualità artistica delle opere presentate: ma i mondi che esploreremo sono tanti, multiformi, avventurosi. Tanti mondi quanto è grande il mondo.
Biografie
Francesco Maria Colombo, direttore. È attivo nel repertorio lirico e sinfonico in Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Grecia, Ungheria, Repubblica Ceca, Bulgaria, Ucraina, Albania, Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti, Messico, Argentina e Brasile. Recentemente ha diritto La fille du Régiment di Donizetti a Rio de Janeiro, e il suo prossimo impegno operistico è Nabucco di Verdi all’Opéra de Montréal (settembre 2014), dove torna dopo aver diretto negli anni scorsi due acclamate produzioni di Roberto Devereux di Donizetti e del Trovatore di Verdi. Nello scorso luglio ha diretto a Kiev il Gala Italia con la Filarmonica Nazionale dell’Ucraina, nell’occasione della presidenza italiana del Consiglio d’Europa.
Gian Carlo Menotti è stato uno dei grandi mentori di FMC: nel 2001 lo ha invitato a dirigere il concerto in piazza di Spoleto Festival, trasmesso in diretta dalla Rai, e nel 2002 lo ha richiamato per debuttare nell’opera, con The Telephone e the Medium, per la regia del compositore stesso. L’altro mentore è stata Renata Scotto, con la quale FMC ha debuttato in concerto, come pianista e come direttore, dopo aver completato i suoi studi in direzione d’orchestra con Mario Gusella e Donato Renzetti, partecipando anche a masterclass tenute da Franco Ferrara e Carlo Maria Giulini.
Come direttore d’opera, FMC ha stabilito rapporti continuativi, fra l’altro, con la Minnesota Opera per un ciclo dedicato al Belcanto (Maria Padilla di Donizetti, Orazi e Curiazi di Mercadante, Roberto Devereux di Donizetti), e con la Opera Company of North Carolina per un ciclo pucciniano (Tosca, La Bohème, Italian Gala). In Italia ha ultimamente diretto una produzione di Don Pasquale di Donizetti nei teatri del circuito lombardo, per i quali aveva diretto in passato Les Contes d’Hoffmann di Offenbach e Il Trovatore di Verdi.
Un’altra orchestra con la quale FMC collabora regolarmente dal 2002 è laVerdi di Milano, che ha condotto ogni anno in un repertorio sinfonico e operistico, oltreché nei cicli estivi dedicati al musical e in un concerto celebrativo del Natale nel Duomo di Milano.
Nella stagione 2009-2010 ha presentato il suo ciclo di 20 concerti con laVerdi dedicati al Novecento. E’ stata un’iniziativa senza precedenti in Italia, perché ciascun programma ha compreso un’introduzione storico-estetica, l’analisi dei brani con esempi live dell’orchestra, quindi l’esecuzione completa. I 20 concerti sono stati trasmessi in televisione da Sky Tv, sul canale Classica, e replicati per anni. In occasione del concerto dedicato a Il canto sospeso di Nono, il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano ha onorato l’Orchestra, il Coro, i solisti e il direttore con la sua presenza. Sempre con laVerdi, FMC ha inciso un cd con la prima registrazione mondiale di Mille e una notte di Victor De Sabata, pubblicato dalla Universal. Appena pubblicato, il cd ha vinto il premio della critica musicale italiana indetto dalla rivista Classic Voice per la sezione “Miglior debutto 2009”.
Fra i successi di FMC, si segnalano il debutto al Teatro Lirico di Tenerife in Spagna, con una doppia produzione di Pagliacci di Leoncavallo e de La voix humaine di Poulenc, l’apertura delle celebrazioni del bicentenario di Haydn a capo dell’Orchestra Haydn di Trento e Bolzano e del Coro Filarmonico di Praga, il Concerto per orchestra di Bartok al Colón di Buenos Aires, una lunga tournée in Corea del Sud con il soprano Sumi Jo.
È particolarmente attivo nel repertorio sinfonico, avendo diretto fra l’altro numerose partiture di Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Mendelssohn, Schumann, Dvořák, Grieg, Tchaikovsky, Rachmaninov, Mahler, Schoenberg, Berg, Webern, Richard Strauss, Weill, Stravinsky, Bartok, Enescu, Janacek, Sibelius, Prokofiev, Shostakovich, Barber, Gershwin, Porter, Kern, Copland, Nielsen, Britten, Vaughan Williams, Respighi, Berio, Maderna, Nono, Messiaen, Ligeti and Takemitsu.
Lorenzo Gatto, violino. “Artista creatore”, “violinista libertario”, “virtuoso appassionato” sono alcune delle formule usate dalla stampa unanime nell’apprezzare il talento e la passione di Lorenzo Gatto, che ha un intenso rapporto con il suo pubblico. Rivelatosi al pubblico e alla critica internazionali in occasione del suo Secondo Premio e Premio del Pubblico al Concorso Pianistico della Regina Elisabetta 2009 a Bruxelles, Lorenzo Gatto ha in seguito vinto il Primo Premio e il Premio del pubblico del Concorso RNCM a Manchester e il Primo Premio al Concorso Postacchini di Fermo. Nato a Bruxelles nel dicembre 1986, Lorenzo ha cominciato lo studio del violino a 5 anni, è stato ammesso a 12 al Conservatorio di Bruxelles e si è diplomato col massimo dei voti a 17 anni. S è poi perfezionato in Olanda con Herman Krebbers, in Belgio con Augustin Dumay e a Vienna con Boris Kushnir e ha lavorato con Salvatore Accardo,Zakhar Bron, Pamela Frank, Robert Mann, Midori, Seiji Ozava, Julian Rachlin… Nominato Rising Star del 2010/11, Lorenzo ha debuttato in recital al Concertgebouw di Amsterdam, alla Cité de la Musique di Parigi, al Musikverein di Vienna e ad Atene, Baden Baden, Barcellona, Birmingham, Colonia, Amburgo, Lussemburgo, Newcastle e Stoccolma.
Nominato Artista in Residence al Palazzo delle Arti di Bruxelles per il 2010/11, ha suonato in molte sale importanti del Belgio. E’ ospite regolare dell’OrchestraNazionale del Belgio, dell’Orchestra Filarmonica delle Fiandre, di Liegi, e dell’Orchestre Royal de Chambre de Wallonie. Nel corso delle ultime stagioni Lorenzo ha suonato anche con la BBC Philharmonic Orchestra, con la Filarmonica di Rotterdam, del Lussenburgo, la Sinfonia Varsovia, I Virtuosi di Mosca, l’Orchestra di Stato della Nuova Russia, l’Orchestra Nazionale della Radio Rumena, ecc. Inoltre Gatto ha suonato in Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti, e ad Abu Dhabi ed ha collaborato con direttori del calibro di Herreweghe, Krivine, Spivakov, Weller, Dumay, Casadesus, Nézet-Séguin, ecc. ed è stato Direttore Artistico di parecchie produzioni originali dell’Orchestra da Camera di Bruxelles e della Kamerorkest. Per quanto riguarda la musica da camera, Lorenzo Gatto ha suonato con i pianisti Roberto Giordano, Denis Kozhukhin, Eliane Reyes, con il chitarrista Denis Sungho, e nel Trio Saint-Exupéry insieme con la violoncellista Camille Thomas e la pianista Béatrice Berrut . Per il Festival “Un violino sulla sabbia” di Royan Lorenzo ha suonato all’aperto davanti a 50.000 spettatori e con i suoi amici violinisti Hrachya Avanesyan e Yossif Ivanov forma il trio Trilogy. La discografia di Gatto si è recentemente arricchita della registrazione del Concerto per Violino no.2 di Martinu con l’Orchestra Nazionale del Belgio diretta da Walter Weller. Nel 2010 aveva registrato un album con il pianista Milos Popovic con opere di Enescu, Martinu e Mokranjac e il Concerto per Violino no.4 di Vieuxtemps con l’Orchestra Filarmonica di Liegi diretta da Patrick Davin. In precedenza aveva inciso anche i Trii per Archi e “La Trota” di Schubert e il Trio per Archi “Divertimento” di Mozart.
Musicista impegnato, Lorenzo ha fondato nel 2007 Cl4ssiK per sensibilizzare il pubblico giovane alla musica classica. Grande sportivo, Gatto è pilota d’aereo e pratica il parapendio. Suona un violino J.B.Vuillaume del 1864.