La rivoluzione nel denim: la storia di 2W2M tra passato, presente e futuro a PITTI IMMAGINE UOMO 89

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La rivoluzione nel denim: la storia di 2W2M tra passato, presente e futuro a PITTI IMMAGINE UOMO 89

La storia del denim tra passato, presente e futuro. E’ questo che viene in mente guardando i capi della nuova collezione di 2W2M – FW 16 che, anche quest’anno, conferma il suo ventennale sodalizio con l’ente fiera PITTI IMMAGINE. In questa 89esina edizione (12-15 gennaio 2016), 2W2M presenta una collezione prettamente bottom caratterizzata da tessuti di prima qualità, passando da tele storiche a quelle più innovative, tutte sapientemente trattate rispettando il DNA del brand. Il risultato?  “Un sapore che va oltre l’immagine vintage tradizionale e si avvicina sempre più alle tendenze fashion europee e d’oltreoceano” sottolinea Alessandro Marchesi, creative director del brand e amministratore delegato della Compagnia del denim.

Una ricerca tra Oriente e Occidente che si riconferma anche nella novità di questa stagione: la Capsule Fashion di 2W2M, un progetto nato dall’incontro di Alessandro Marchesi con Chantal Tirelli (ufficio Faith3). Da una parte la genialità e l’estro di Alessandro nel denim, dall’altra la creatività, impreziosita da un touch femminile, di Chantal. Da questa sinergia nasce la Capsule Fashion di 2W2M, caratterizzata da un’attitudine vintage, ma di estrema contemporaneità. Quarantacinque capi uomo/donna che si arricchiscono di dettagli ricercati e preziosi,  ispirati alle atmosfere magiche ed esoteriche legate alla natura. La scelta dei ricami è infatti tutt’altro che casuale, ma si ispira da una parte all’immaginario floreale-artistico di William Morris e dall’altro al mondo neoclassico e mitologico legato al culto degli animali e alla loro simbologia, creando suggestioni ed emozioni nuove che stravolgono l’immagine tradizionale dei capi in denim. Una capsule fashion che gioca quindi sui sensi, sui richiami e sulle emozioni e lo fa anche attraverso l’uso del rosso che non è semplicemente un colore, ma è un’emozione cromatica, una categoria dello spirito, un codice mentale, un viaggio intrigante dei sensi. Percezioni queste, presenti anche nell’opera dell’artista Alfredo Rapetti, dedicata proprio a questo colore che il brand 2W2M avrà l’onore di ospitare nel suo stand all’interno di PITTI 89 per tutta la durata della fiera, a conferma del legame che unisce il brand al mondo dell’arte, dal quale spesso prende ispirazione per le sue creazioni. Tra i tessuti prescelti sia per la collezione, che per la Capsule Fashion, immancabili sono i NO STRETCH DENIM che rappresentano il vero denim d’autore, da sempre al centro delle creazioni di 2W2M, abbinati in particolare ai boyfriend della linea donna 2W, capi “must have” anche per questa stagione.  Per chi predilige l’immagine più femminile della linea 2W e più slim per quella maschile 2M, non mancano poi capi realizzati con tessuti SUPER STRETCH DENIM e STRETCH DENIM, mentre, per chi non si separa mai dai suo jeans e preferisce tessuti più elastici e versatili, sono stati inseriti tessuti COMFORT DENIM. Per rafforzare questa immagine, 2W2M ha scelto un ingredient brand come İSKO™, leader mondiale nella produzione di tessuto denim. Nella linea uomo, ha puntato su İSKO POP™, tessuto innovativo e altamente performante che grazie alla sua straordinaria tecnologia è in grado di garantire il look rigid e autentico del denim puro, regalando allo stesso tempo grande brillantezza, con un touch unico e comfortevole, assolutamente luxury. Per la linea donna ha scelto invece il denim ISKO REFORM™, basato sulla tecnologia con patent registrato ISKO RECALL™, che permette al capo di adattarsi perfettamente alle curve del corpo, abbracciando la silhouette, regalando un effetto one size slimmer e dando una piacevolissima sensazione di seconda pelle. La collaborazione tra 2W2M e İSKO™ verrà promossa attraverso un’etichetta sul capo per comunicare al meglio l’unicità del progetto e i principali product benefit delle tecnologie utilizzate.

Alfredo Rapetti Nato a Milano nel 1961, la formazione artistica di Alfredo Rapetti risente del clima familiare, dove da generazioni si respirano musica, letteratura e poesia.  Al padre Giulio, in arte Mogol, e al nonno Mariano deve la sua passione per la scrittura, mentre è grazie al nonno materno, Alfredo De Pedrini, Presidente dell’Associazione Arti Grafiche, che si avvicina alla pittura e all’ambiente pittorico milanese. A sedici anni frequenta per due anni la scuola del Fumetto a Milano elaborando tecniche e stili diversi, ai quali si uniscono le collaborazioni in ambito editoriale. L’esercizio pittorico viene così sperimentato in diverse direzioni, destinate a confluire, nel 1996, nello studio degli artisti Alessandro Algradi e Mario Arlati che lo invitano a condividere con loro la ricerca pittorica.

 

Nell’atelier di Via Nota, Rapetti lavora quattro anni, arrivando a maturare l’esigenza di coniugare le sue due più grandi passioni: la scrittura e la pittura, visualizzazioni del processo mentale e psicologico. Grazie ad una tecnica particolare, detta impuntura, l’azione del dipingere si fonde così con l’atto dello scrivere, e le parole iniziano ad essere segnate non solamente su fogli ma anche nelle tele. Segni, tracce, graffiti di un’umanità creativa e consapevole, le opere di Rapetti proseguono quell’ideale tragitto di una scrittura pittorica che si confronta ed intreccia con i secoli della storia dell’arte, dalle avanguardie storiche al concettuale, passando per le esperienze spazialiste di Lucio Fontana e le grafie astratte degli anni Cinquanta.

 

Trovata la forma espressiva congeniale alla sua poetica, dalla fine degli anni Novanta ad oggi, Rapetti espone in numerose e importanti mostre, fra le quali ricordiamo le collettive al museo della Permanente di Milano nel 2002, al Salon d’Automne Paris, Espace Chareton, nel mese di novembre 2004, mentre nel solo 2006 sono da annoverare il Mosca Mar’s contemporary art museum, Palazzo Strozzi a Firenze, il Riga Foreign Art Museum ed il Grand Palais di Parigi per la mosra “comparaisons”. Docente presso il Centro Europeo di Toscolano e nelle Università dell’immagine di Milano e New York, Rapetti è stato invitato a numerose conferenze a workshop: ricordiamo la sua relazione tenuta alla fondazione Arnaldo Pomodoro e l’insegnamento in occasione di Master dell’ università Cattolica di Milano.

 

La sua opera è intanto seguita da Duccio Trombadori a Gianluca Ranzi che leggono in Rapetti quella tensione costante verso una ricerca fra Oriente e Occidente, fra preghiera e mantra, poesia e prosa.  Naturale punto di arrivo, o meglio nuova partenza, sono nel 2007 l’invito ad esporre alla 52 Biennale di Venezia, l’esposizione nell’insolita sede romana del rifugio antiaereo dell’ EUR, conclusasi nell’aprile 2009, e le personali negli spazi pubblici delle Scuderie di Palazzo Moroni a Padova e a Palazzo della Ragione a Mantova, tenutesi sempre nello stesso anno. “Un’arte che porta notizie da un mondo a un altro in modo originale e costruttivo, attraverso un solo linguaggio, un solo codice comune a tutti: quello dei sentimenti.”

 

 

 

 

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