Fermo rende omaggio alla poesia di Eugenio De Signoribus, Premio Viareggio 2008 con un pomeriggio di musica e testi poetici il prossimo 29 dicembre a partire dalle ore 16.00 nella Sala di Lettura della Biblioteca civica “Romolo Spezioli”. De Signoribus, residente a Cupramarittima, è uno dei maggiori poeti dell’attuale panorama italiano. E’ il suo recente volume intitolato semplicemente “Poesie” (1976-2007), edito da Garzanti, e che riunisce tutte le precedenti raccolte con l’aggiunta di alcune recenti composizioni, ad avergli fatto guadagnare il prestigioso Premio.“E’ un onore per la nostra città rendere omaggio alla poesia del grande poeta Eugenio De Signoribus – ha dichiarato il sindaco Di Ruscio – che con la sua sensibilità e la sua poesia riesce a raccontare l’uomo contemporaneo, la sua interiorità, la sua riflessione critica sulla vita”. Il 29 dicembre il Comune di Fermo e la Società Dante Alighieri dedicheranno al poeta un ricco pomeriggio, inserito nel calendario degli eventi della Giornata delle Marche, in cui un suggestivo preludio musicato e cantato da Andrea e Gloria Strappa precederà l’ascolto dei testi poetici letti da Stefano De Bernardin e presentati dal critico letterario Giuseppe Langella dell’Università Cattolica di Milano. Poi la parola passerà al poeta De Signoribus sulle ragioni del suo far poesia, sul senso del far poesia oggi. A chiudere il pomeriggio sarà un congedo musicale.De Signoribus è particolarmente legato alla città di Fermo sia per un nutrito numero di amici che per l’Associazione “La Luna”, di cui è direttore letterario. Fu a Fermo che De Signoribus con gli artisti della “Luna” accompagnò in anni non lontani il grande Mario Luzi, di cui il poeta cuprense è degno prosecutore. “La sua è una poesia tutta interiore, fra gli istmi e le chiuse in cui si muove, alla ricerca di un passaggio stretto, illuminato da una intermittente luce religiosa.” Così ha scritto il giornalista Giorgio Calcagno del poeta sul quotidiano “La Stampa”, all’indomani dell’assegnazione del Premio.Una ricerca la sua che, sempre accompagnata dall’onesta consapevolezza di una marginalità esistenziale e linguistica, ha fornito capitoli poetici di grande spessore interiore e sociale. Dall’originario “Case perdute”, degli anni ’80, profetico nel dire il valore dell’intimità domestica segnalandone il pericolo di una fatale perdita, ai recenti “Principio del giorno” (2000) e “Ronda dei conversi” (2005), il primo teso al recupero di una parola da cui ricominciare, il secondo autentico viaggio condiviso con l’umanità sofferente verso un’utopia di salvezza. comunicazione (comunicazione@comune.fermo.it)