CARDI BLACK BOX – THE ART OF CAMOUFLAGE

CARDI BLACK BOX

Milano, corso di Porta Nuova 38

 

 

13 dicembre 2010 | 13 febbraio 2011

 

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Main Gallery:  Group Show

 

The Art of Camo

 

Saâdane Afif, avaf, Pierre Bismuth, Alighiero Boetti, Henri Chopin,

Daniel Gustav Cramer, Matthew Darbyshire, Loredana Di Lillo, Flavio Favelli,

Lucio Fontana, Ryan Gander, Jan Peter Hammer, Keith Haring, Armin Linke,

Alek O., Giuseppe Penone, Salvatore Scarpitta, Collier Schorr, Andy Warhol,

Sue Williams, Richard Woods

 

 

 

LevelOne #2

Alessandro Sciaraffa “Akasha”

14 dicembre 2010| 13 febbraio 2011

Main Gallery: The Art of Camo

Cardi Black Box | Corso di Porta Nuova 38 | Milano

 

Sarà inaugurata il prossimo lunedì 13 dicembre la nuova grande collettiva di Cardi Black Box The Art of Camo, a cura di Art at Work. In mostra opere di Saâdane Afif, avaf, Pierre Bismuth, Alighiero Boetti, Henri Chopin, Daniel Gustav Cramer, Matthew Darbyshire, Loredana Di Lillo, Flavio Favelli, Lucio Fontana, Ryan Gander, Jan Peter Hammer, Keith Haring, Armin Linke, Alek O., Giuseppe Penone, Salvatore Scarpitta, Collier Schorr, Andy Warhol, Sue Williams, Richard Woods.

 

Camuffarsi, nascondersi, mimetizzarsi, imitare, mutare: sono solo alcuni degli aspetti corrispondenti al termine camouflage dove l’aspetto cambia e l’immagine sfugge. Se il camouflage designa essenzialmente l'insieme di espedienti utilizzati dagli animali come tattiche di difesa o come strategie di agguato, e viene poi traslato in ambito militare per definire il travestimento delle divise e delle armi nei teatri di battaglia, The Art of Camo vuole riflettere sul camouflage inteso come ‘segno fatto per mentire’ (Umberto Eco, Trattato di semiotica generale, 1975).

 

Le opere presentate in mostra ripensano così l’idea di percezione, di riconoscimento e di interpretazione intesi come processi segnici. Vengono declinati nelle loro diverse sfaccettature e resi apparenti alcuni dei motivi più rilevanti della poetica artistica occidentale, quelli della mimesi e della trasformazione.

 

Riunendo un gruppo di artisti con percorsi e poetiche differenti, The Art of Camo mette in discussione la credibilità del simulacro, sottolinea le possibilità di stordimento percettivo e esplora i processi di senso che funzionano all’interno di regimi di credenza, limitati al riconoscimento e alla corrispondente connotazione dell'oggetto. Emergono in tal modo le sfumature della filosofia e dell’arte del camouflage, attraverso un’analisi trasversale delle sue strategie fondamentali: quelle dell’invisibilità e del travestimento. In alcuni casi il soggetto sparisce per trasportare l’attenzione altrove, sottolineando la tecnica dell’offuscamento. In altri casi, The Art of Camo evidenzia la possibilità di diventare altro da sé, attraverso un mascheramento vistoso e deviante. In entrambe le circostanze ci si trova dinnanzi a tecniche della manipolazione dell’immagine, del visibile.

 

Inclinazioni di punti di vista, fusioni di spazi e tempi, compenetrazioni, scomposizioni e ricombinazioni nel rapporto figura/sfondo, sono tutte modalità usati dagli artisti in mostra per affacciarsi in maniera differente al reale e riorganizzare la propria posizione nel mondo. The Art of Camo avvia un dialogo attivo con le leggi della percezione e della definizione. Lo sguardo viene messo in discussione insieme all’ubicazione del sé e dell’altro, in un gioco di osservazione e attenzione continua nei confronti del segno che mente, e si fa simbolo.

 

I lavori giocano con le strategie di presentazione e di rappresentazione, ridefinendo le forme, gli oggetti, tradendo l’aspettativa. Lo spettatore è invitato a confrontarsi con un processo di mascheramento e smascheramento.

 

L’immagine solitamente diretta e apparentemente parlante è costretta ad essere considerata sotto altre prospettive, conduce in nuove direzioni e introduce strumenti di riflessione e di analisi inediti.

 

L’idea del camouflage in The Art of Camo viene affrontata come un incanto gettato sulle cose perché abbiano un senso diverso da quello consueto (Paolo Fabbri). Le opere narrano del rapporto tra visibile ed invisibile, evocando così una nuova potenzialità della percezione, un nuovo utilizzo del segno, un rapporto extra-ordinario con la realtà e con la posizione delle cose in essa. La traccia si dilegua e l’occhio prende una direzione imprevista in The Art of Camou.

 

(Art at Work)