Venite nel Salento per diventare Santi.

A metà marzo nei paesini dell’entroterra idruntino: Minervino, Cocumola, Uggiano La Chiesa, Vignacastrisi e Giurdignano si festeggia San Giuseppe in un modo del tutto originale. Rivivono il 18 e il 19 marzo le Tavole di San Giuseppe, allestite in piazza dalle amministrazioni comunali e nelle case dai privati, in segno di devozione verso il Santo. Nelle piazze viene apparecchiata una Tavola lunga 40 metri per la Sacra Famiglia e dieci Santi. Da degustare, recitando preghiere ci sono ben nove pietanze che rappresentano il meglio della gastronomia salentina e che hanno tutte un forte valore simbolico.La Sacra Famiglia composta da Maria, Giuseppe e Gesù siede accanto ai dieci Santi: Sant’Anna, Santa Elisabetta, San Zaccaria, San Gioacchino, San Filippo, San Giovanni, Santa Maria Cleofe, Sant’Agnese e San Giuseppe D’Arimatea. Non indossano i panni colorati, nel segno del folklore, ma i panni della vita quotidiana. Ogni anno infatti ad impersonare i Santi sono persone care, persone che soffrono oppure ospiti illustri. La rivista di turismo e cultura del Salento, Spiagge,  (www.spiaggepuglia.it), la Pro Loco di Minervino (prolocominerva@libero.it), l’associazione degli operatori turistici di Vignacastrisi, Vi.t.o. (www.vignacastrisi.it),  i B&B Casa Pasca  di Cocumola, (www.casapasca.it), danno la possibilità ai loro ospiti di impersonare i Santi. E’ un’esperienza da fare perché ricca di suggestioni. Il  pacchetto turistico propone anche di visitare i Comuni di Minervino, Castro, Nardò, Presicce e Unione della Grecìa salentina, per assistere ai particolari riti della Settimana Santa e della Pasqua.
                                                                                LE TAVOLE DI SAN GIUSEPPE
La Tavola, apparecchiata con tovaglie bianche ricamate e gigli, viene imbandita con la pasta e ceci (in dialetto la massa) che rappresenta i colori del narciso, che fiorisce in primavera. I lampagioni sott’olio e sott’aceto  simboleggiano il passaggio dall’inverno alla bella stagione, il pesce fritto ricorda Gesù, il cavolfiore il bastone fiorito di San Giuseppe, le ncartiddate (dolci tipici salentini ricoperti di miele) le fasce di Gesù Bambino, mentre lo stoccafisso era il cibo delle grandi occasioni. Anche il modo in cui vengono consumate le pietanza è particolare: San Giuseppe siede a capotavola, impugnando il suo bastone. Degusta le pietanze e battendo due volte a terra il bastone indica agli altri commensali di terminare e di procedere all’altra portata. Tutto questo recitando preghiere.
                                                        I RITI DELLA SETTIMANA SANTA  E LA PASQUETTA DI CALIMERA
Le Tavole precedono i riti della Settimana Santa, la Pasqua e la Pasquetta salentina, che quest’anno cadono l’8 e il 9 aprile. Durante la quaresima si vivono riti unici. Nelle chiese di Calimera, paesino della Grecìa Salentina, un’area composta da undici paesi, nel cuore del Salento, dove si parla ancora il griko, riecheggiano le preghiere in griko dei suoi abitanti. L’obiettivo è di rivolgersi a Dio utilizzando la madre-lingua, che in questi paesini non era, una volta, né l’italiano, né il dialetto salentino, ma la lingua grika, un dialetto molto simile al greco che secondo alcuni venne importanto nel Salento dagli antichi coloni greci, secondo altri dai monaci bizantini, intorno all’anno Mille. A Martigano il gruppo Arakne mediterranea esegue i Canti della Passione, canti in griko antichissimi che i contadini intonavano durante tutta la quaresima, girando con flauti e tamburelli tra le masserie. Cantavano la Passione di Cristo, commuovendosi e piangendo.
                                                             LA PASQUETTA DI CALIMERA   IL RITO DELLA RINASCITA
LA PASQUETTA è da non perdere. A Calimera  il Lunedì dell’Angelo (9 aprile) si celebra il rito della rinascita. Nella chiesetta di San Vito, alla periferia del paese, c’è una grande pietra conficcata nel pavimento con un foro al centro. Tutti, magri o grassi, riescono a passarci dentro. Porta fortuna: è il simbolo della fertilità.
                                                                  LE CITTA’ D’ARTE CASTRO, UN MARE DI CULTURA
 Città di mare, di pescatori, città messapica, Castro si divide in due: Castro Alta e Castro marina e si affaccia sul mare Adriatico a circa 20 chilometri a Sud di Otranto. Castro alta si arrampica sulla rocca, dominando un panorama mozzafiato. Ai suoi piedi, Castro marina, lambita dal mare limpido e profondo, dove si mangia buon pesce, passeggiando la sera sul lungomare.Nel borgo antico di Castro alta si leggono i resti della civiltà bizantina: la cripta con i Santi orientali dagli occhi a mandorla, le fondamenta dell’antica città messapica, le casette medioevali, restate intatte. Durante i lavori di scavo, l’équipe guidata dal professore D’Andria ha scoperto una piccola statua in bronzo raffigurante la Dea Minerva con i resti del tempio a lei dedicati. E’ la conferma scientifica che Castrum Minervae, di cui parla Virgilio nel VI libro dell’Eneide era Castro. Enea vedeva il suo tempio da lontano, che appariva e scompariva per un effetto ottico,  e si rallegrava perché stava per approdare sulle sponde abitate da un popolo che aveva gli stessi costumi greci, i messapi.
                                                        NARDO’ CENTRO STORICO BAROCCO E NATURA SELVAGGIA
Sulla sponda jonica sorge la bella Nardò, con un centro storico che dista dal mare appena 6 chilometri. Vaste distese di ulivi secolari, fanno della città salentina, la città dell’olio per eccellenza, e del vino negroamaro con interessanti realtà che si stato affermando sempre di più sui mercati internazionali. Il centro storico dalle chiese barocche, i palazzi gentilizi e le case contadine a corte, tipiche del Salento, sta vivendo un momento di forte rinascita e rilancio. Sempre più viaggiatori infatti hanno deciso di acquistare a Nardò la loro seconda casa: inglesi, francesi e tanti settentrionali. Nardò ha ricevuto dal presidente della Repubblica la medaglia d’oro al valor civile perché immediatamente dopo la seconda Guerra mondiale accolse gli ebrei nelle ville della marina di Santa Maria al Bagno. Nacquero storie di amore e di amicizia, raccontate oggi nel Museo dell’accoglienza di Santa Maria al Bagno, una casa utilizzata dagli ebrei liberati dai campi di concentramento e caratterizzata dai graffiti dove essi raccontavano il Sogno di ritornare nella Terra promessa. Poco più a Nord, da visitare c’è Santa Caterina con la sua Portoselvaggio e l’area marina protetta, Palude del Capitano, che si estende fino a Porto Cesareo.
                                                                 PRESICCE, LA CITTA’ DEI FRANTOI IPOGEI
Restando sulla sponda Jonica, da visitare una città quanto mai elegante: Presicce. Più di trenta frantoi ipogei si nascondono sotto la piazza principale. Presicce era una grande fabbrica di produzione dell’olio, considerato il petrolio fino ai primi dell’800 perché non veniva utilizzato solo per la cucina, ma anche e soprattutto per illuminare le vie e le case. Dalla piazza principale dove si affaccia il giardino pensile della principessa si ammirano palazzi gentilizi di estrema eleganza che custodiscono giardini segreti, i giardini delle delizie dove si passeggiava e si meditava all’ombra degli aranci e di piante esotiche.Particolare è anche il centro storico del rione Padreterno, dove le tipiche case contadine a corte si affacciano su un dedalo di viuzze.
                                                                   MINERVINO IL PARCO DELLA PREISTORIA
Ma il Salento non è solo messapico, bizantino e barocco. Ci sono importanti testimonianze della vita dell’uomo, anche nella Preistoria. A Minervino, nel parco dei Megaliti, si trova il secondo dolmen di Puglia, il dolmen Li Scusi. E’ una pietra magica e se si prova ad entrare dentro si sente la sua energia positiva. Un foro sul tetto lascia penetrare i raggi del sole. Si presta a tante interpretazioni anche il cerchio magico fatto pietre che sembrano sedili, con al centro una specie di trono. Forse si riuniva lì l’assemblea del Gran Consiglio. Poco lontano due grandi menhir. Si protendono verso il cielo e sembrano voler raccontare il desiderio dell’uomo toccare il Cielo.

Dove dormire e degustare buone pietanze Tra palazzi gentilizi, case a corte e agriturismiAssociazione degli operatori turistici di Vignacastrisi  Vi.t.o  Piazza Umberto I, 8 73030 Vignacastrisi (Lecce)  info@vignacastrisi.it  www.vignacastrisi.it
In una tipica casa a corte del Salento  B&B Casa Pasca, 73020 Cocumola (Le) Italy via Bonaventura Pasca, 6 cell. 338.9296715
info@casapasca.it
www.casapasca.it
In una tipica masseria salentina, immersa negli uliveti  Agriturismo Masseria Chiccorizzo Contrada Chiccorizzo – SternatiaTel. 329. 31 90 456 www.masseriachiccorizzo.it; info@masseriachiccorizzo.it
Dove degustare buon pesce sull’Adriatico Ristorante l’Aragosta Litoranea per Tricase Tel 0836. 94 32 89 www.ristorantearagosta.it info@ristorantearagosta.it
 Dove degustare buon pesce sullo Jonio Ristorante Zio Tom Santa Maria di Leuca, località Ciardo Tel. 0833. 76 78 70 www.ziotomleuca.com   leuca2009@libero.it  ziotom@ziotomleuca.com
Dove degustare la cucina tipica salentina Agriturismo Le More Via provinciale per il mare 73030 Vignacastrisi – tel 0836. 920694; tel 328. 61 37 848 
pierluigi.c@live.it

Dove acquistare buon vino: Nardò doc rosso e rosato,  Cantina Schola Sarmenti Cantina ospitale, aperta a visite guidate e degustazioni Via generale Cantore 36 – Nardò Tel. 0833. 56 72 47; www.scholasarmenti.it; info@scholasermenti.it calabrese@scholasarmenti.it
I Canti della Passione e la pizzica salentina
Si organizzano su richiesta corsi di pizzica e spettacoli Arakne MediterraneaVia Chiesa 68 , 73 020 Martignano Tel 328 124 70 79 www.araknemediterranea.com info@araknemediterranea.com
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febbraio 2012                                                                                           Carmen Mancarella