L’Impresario delle Smirne di Goldoni, regia di Roberto Valerio

Sala Fassbinder | 12 – 24 novembre

 

L’impresario delle Smirne

di Carlo Goldoni

adattamento e regia Roberto Valerio

con Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Antonino Iuorio, Nicola Rignanese

e con Massimo Grigò, Federica Bern, Alessandro Federico, Chiara Degani, Peter Weyel

produzione Associazione Teatrale Pistoiese/Valzer srl

 

Roberto Valerio, regista e attore che frequenta da tempo i palcoscenici dell’Elfo, conquistandone sempre il pubblico  –  nel 2008 con il pasoliniano Vantone e nel 2011 con il bel successo di Un marito ideale di Oscar Wilde – ritorna con un testo di Goldoni, nel quale riunisce in parte i cast dei due precedenti spettacoli.

 

Composta nel 1759, L’impresario delle Smirne è una grottesca e divertente commedia che presenta un impietoso ritratto dell’ambiente degli artisti di teatro, ambiente che Goldoni conosce a fondo: può a ragione “parlarne per fondamento”, come egli stesso dichiara nella prefazione dell’opera.

La vicenda, ruota attorno ad un gruppo di attori, uomini e donne, tutti pettegoli, invadenti, boriosi e intriganti che, disperati e affamati, vivono per un breve attimo l’illusione della ricchezza nella speranza di riuscire a partire per una favolosa tournée in Oriente con Ali, ricco mercante delle Smirne intenzionato a formare una compagnia d’Opera, e tornare carichi d’oro e di celebrità.

Facili prede di mediatori intriganti, di impresari furbi e rapaci, i poveri artisti scoprono a loro spese che le regole del Teatro sono eterne e che la loro vicenda scritta 250 anni fa ha un sapore grottesco di attualità. Distratti dalle loro piccole beghe e rivalità, occupati a farsi la guerra per far carriera, invidiosi di una posizione nella gerarchia di palcoscenico, di un costume più o meno sfarzoso, di un privilegio in più e soprattutto di avere una paga l’uno più alta dell’altro, non si accorgono di essere delle piccole sciocche marionette i cui fili vengono manovrati da chi il potere veramente ce l’ha, per la sua posizione o per il suo denaro.

L’impresario delle Smirne è un grande affresco, una cantata corale affidata all’insieme della compagnia che lo rappresenta: ogni personaggio, dal Turco al servitore, si rivela incisivo, necessario in un ‘divertissement d’ensemble’ che restituisce il clima lezioso e libertino dell’epoca; ma che allo stesso tempo offre l’occasione per porsi alcune domande di sconcertante attualità: che importanza ha l’Arte e in modo specifico l’Arte teatrale nella società contemporanea? E che ruolo riveste all’interno di suddetta Arte, l’attore? In quale modo è possibile riuscire a realizzare spettacoli di grande valore artistico senza adeguate risorse finanziarie?                                                                                         Roberto Valerio

 

In un piccolo albergo, trasformato in un polveroso palcoscenico di periferia, vivono nel loro mondo immaginario attori pettegoli, presuntuosi, invadenti disperati. Come Alberto Sordi e Monica Vitti in Polvere di stelle fantasticano un futuro di gloria. Il Turco, impresario imbroglione-sporcaccione, stonando Caravan petrol di Carosone vola su un’altalena, come uno sceicco bianco felliniano. Lo spettacolo gioca sulla grande fisicità degli attori: fra gli altri Valentina Sperlì, Antonino Iuorio, Nicola Rignanese, lo stesso Roberto Valerio, e Massimo Grigò.                    Roberto Incerti, la Repubblica

 

Elfo Puccini, sala Fassbinder, corso Buenos Aires 33 – Da martedì 12 a domenica 24 novembre – Martedì/sabato ore 21:00, domenica ore 16:30 – Prezzi: intero € 30.50 – ridotti € 27 e € 16 – martedì € 20