TDM: mostra Icone del Design, Ugo La Pietra

Icone del Design Italiano

Dal 21 ottobre 2014

Selezione di Ugo La Pietra

 

Prosegue il ciclo di mostre dedicato alle Icone del Design Italiano negli spazi del CreativeSet del Triennale Design Museum.

A circa un mese dall’apertura della sua grande mostra monografica in Triennale, Ugo La Pietra accoglie l’invito del Triennale Design Museum a indicare gli oggetti per lui necessari e imprescindibili della storia del design italiano fra quelli della Collezione Permanente del Museo.

 

A un nucleo di icone dalla Collezione si va così ad aggiungere la selezione di Ugo La Pietra, che così la descrive:

 

Gio Ponti, Bilia, 1931, FontanaArte

 

Gli archetipi

È l’oggetto che più di ogni altro ha saputo esprimere una forte identità attraverso due forme archetipali: il cono e la sfera.

Molti saranno gli esempi che cercheranno di utilizzare sia nel design che nell’architettura le forme che da sempre “ci portiamo dentro” come qualcosa di acquisito.

Raramente la semplice giustapposizione di due forme elementari ha saputo generare un oggetto originale e con una sua propria identità.

 

Vittoriano Viganò, Tavolino in cristallo, 1951

 

Tutto a vista

Vittoriano Viganò è stato uno dei più importanti architetti e designer che hanno saputo, attraverso un percorso progettuale di base razionalista, esaltare i materiali, i colori, le superfici in quello che passò alla storia come il “Brutalismo” europeo.

I suoi oggetti, e questo tavolo è uno dei più indicati a coglierne il senso, sono l’espressione di come Viganò abbia saputo più di ogni altro dare valore (tutto a vista!) a una vite, un tubo, un filo della corrente, un semilavorato… facendoli diventare elementi caratteristici della forma, colore e decoro di un oggetto.

 

Gio Ponti, Piero Fornasetti, Architettura, 1951

 

Iper-decorazione

Trumeau è l’esempio più importante nel design contemporaneo e anche il più esplicito sull’uso della decorazione come elemento capace di modificare semplicemente l’oggetto.

Un esempio che precede altre esperienze analoghe degli anni Ottanta e che ritroviamo nel passato: nelle facciate dipinte / decorate delle case liguri, negli interni dipinti / decorati delle ville rinascimentali.

Decori in grado di alterare la fisionomia dell’opera.

Uno dei tanti oggetti che Ponti realizzò con Fornasetti e che per troppi anni gli valsero la scomunica da parte del design ufficiale milanese.

 

 

Gio Ponti, Superleggera, 1957, Cassina

 

Tradizione rinnovata

L’oggetto più rappresentativo di un processo di avvicinamento del design alla grande tradizione artigianale italiana.

La sedia Superleggera di Ponti è un’opera che si rifà ad un modello consolidato della tradizione artigianale ligure: “classico-contemporaneo” si potrebbe definire!

E, classica, è la sedia che Ponti chiama “sedia/sedia” perché non è connotabile da nessun stile.

È un’opera che nasce classica perché è fuori da qualsiasi riferimento a mode e linguaggi destinati a modificarsi e ad evolversi.

 

Piero Gilardi, serie I Sassi, 1968, Gufram

 

Naturale / Artificiale

I sassi di Gilardi sono gli oggetti che più di ogni altro rappresentano le contraddizione che si sono maturate nel mondo del design fin dalla fine degli anni Sessanta.

Queste opere introducono alcune componenti che per decenni il design ha cercato di occultare: il rapporto figurativo legato alla natura, il contrasto tra la natura e l’artificio, la perdita da parte della società della capacità di valutare ciò che serve da ciò che è superfluo.

 

Super Icona

Carlo Mollino, Arabesco, 1949, Zanotta

 

Organico / antropomorfo

Per troppi anni l’unica voce che ha saputo prendere le distanze dal percorso razionale che ha caratterizzato l’evoluzione del nostro design è stata quella di Mollino.

Accanto al percorso quasi lineare della storia del design, che dal Bauhaus si è sviluppato fino ad oggi, Mollino rappresenta una tappa di un percorso opposto e parallelo che dal Surrealismo è passato attraverso l’Internazionale Situazionista, la Bauhaus Immaginista, l’Architettura Radicale, fino ad arrivare al Neoeclettismo degli anni Ottanta.

Con i suoi oggetti esplicitamente organici, con allusioni antropomorfe, ha trovato il modo di controbilanciare i tanti oggetti pseudo razionalistici del design italiano.

 

 

Biografia

Vive e lavora a Milano. Si è sempre dichiarato “ricercatore” nelle arti visive e nella comunicazione.

Ha comunicato le sue ricerche attraverso molte mostre in Italia e all’estero. Ha curato diverse esposizioni alla Triennale di Milano, Biennale di Venezia, Museo d’Arte Contemporanea di Lione, Museo FRAC di Orléans, Museo delle Ceramiche di Faenza, Fondazione Ragghianti di Lucca.

Ha vinto il Compasso d’Oro nel 1979.

Le sue esperienze di ricerca in architettura e nel design lo hanno portato a sviluppare temi come “La casa telematica” (MoMA di New York, 1972 – Fiera di Milano, 1982), “Rapporto tra Spazio reale e Spazio virtuale” (Triennale di Milano 1979, 1992), “La casa neoeclettica” (Abitare il Tempo, 1990), “Cultura Balneare” (Centro Culturale Cattolica, 1985/95).

Ha sempre sostenuto con opere, ricerche, scritti e didattica un design carico di significati, per un “design territoriale” contro il design internazionalista.

 

La mostra dedicata a Ugo La Pietra, a cura di Angela Rui, aprirà al pubblico il 26 novembre 2014.

 

Icone del Design Italiano

4 aprile 2014 – 22 febbraio 2015

Triennale Design Museum, CreativeSet

A cura di Silvana Annicchiarico, Direttore Triennale Design Museum

Progetto di allestimento Antonio Citterio Patricia Viel Interiors

 

Selezioni di:

 

Ugo La Pietra                 21 ottobre / 16 novembre 2014

Michele De Lucchi                     18 novembre / 14 dicembre 2014

Gaetano Pesce             16 dicembre 2014 / 18 gennaio 2015

Antonio Citterio            20 gennaio / 22 febbraio 2015

 

 

Orari

martedì-domenica 10.30-20.30

giovedì 10.30-23.00

Ingresso 2 euro

Triennale Design Museum + Icone 8 euro